Tra novembre 2021 e gennaio 2022, il numero di posti di lavoro vacanti nel settore dell'ospitalità nel Regno Unito è aumentato di quasi il 700% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Per i talenti più giovani e ambiziosi le opportunità non mancano mai, mentre tendono a ridursi per coloro che hanno una maggiore età anagrafica. Negli ultimi anni, il concetto di reverse mentoring ha guadagnato importanza come metodo per aiutare i membri più senior del team a stare al passo con i tempi e quindi a favorire la loro idoneità nel mondo del lavoro. Scopri in questo articolo come il reverse mentoring può essere la soluzione per affrontare l'ageismo, oltre ad alcuni suggerimenti per metterlo in pratica.

 

Gli effetti dell'ageismo nel settore dell'ospitalità

Il termine ageismo indica la forma di discriminazione nei confronti delle persone a causa dell’età. Sebbene qualsiasi fascia di età possa essere coinvolta dall'ageismo, sono le persone più senior a subirne maggiormente gli effetti, soprattutto nel settore dell'ospitalità.  

È noto che gli alberghi e i ristoranti sono alla ricerca di talenti giovani e brillanti. Quasi tutti i ruoli a contatto con i clienti sono rivolti a candidati giovani e la maggior parte degli eventi di selezione nel settore alberghiero sono organizzati in ambito scolastico professionale. Il che ha senso, se non altro perché l'ospitalità è un settore dinamico, soprattutto ora che le tendenze si sono modificate post Covid, e i dipendenti più giovani tendono ad adattarsi più facilmente a ruoli in evoluzione. 

L’altro lato della medaglia è che, in questo modo, i dipendenti più senior non sono valorizzati perché, sebbene abbiano l'esperienza e la capacità di svolgere bene il lavoro, vengono messi da parte a favore dei giovani. I ruoli senior, come quello del direttore d'albergo, sono naturalmente ambiti, ma non tutti i dipendenti senior arrivano a ricoprire quella posizione. Molti si trovano fianco a fianco con receptionist e concierge più giovani, ricoprendo gli stessi ruoli, consapevoli che saranno quasi sempre la seconda scelta. Per questo motivo è facile che si rassegnino a lasciare il lavoro. 

C'è poi il problema di trovare un nuovo impiego nel settore dell’ospitalità in quanto professionista più senior.  Molti marchi stabiliscono chiaramente limiti massimi di età per l'assunzione di personale alberghiero, mentre altri sembrano non mostrare preferenze al momento di selezionare i candidati da convocare ai colloqui. Inoltre, i moderni sistemi di recruiting nel settore alberghiero si basano su software che, pur essendo efficienti, tendono a escludere i candidati meno esperti in informatica e tecnologie digitali. Infine, i dipendenti più senior in genere non possono offrire la stessa flessibilità in termini di orari e luoghi di lavoro che hanno i giovani. Queste premesse giocano, quindi, a loro sfavore. 

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Come favorire l'inclusione, la fidelizzazione e l'occupabilità tramite il reverse mentoring

Mentre il mentoring tradizionale trasmette ai nuovi assunti le conoscenze che derivano dall’esperienza, il reverse mentoring prevede che i dipendenti più giovani affianchino quelli più senior in ambiti come la comunicazione digitale o i social media. Nel contesto dell'ospitalità, questo approccio risponde in modo efficace al problema dell'ageismo, promuovendo al contempo la fidelizzazione dei dipendenti. Ecco perché:

  • Aumenta l'occupabilità dei dipendenti più senior: il reverse mentoring integra i programmi di formazione del personale con un approccio più personalizzato, con mentori giovani che aiutano mentee più senior a sviluppare competenze specifiche. Ciò aiuta questi ultimi a stare al passo con i tempi che cambiano e ad acquisire sicurezza nei confronti dei bisogni lavorativi di oggi, favorendo quindi la loro occupabilità ma anche la possibilità di restare in azienda. 
  • Favorisce l’autostima nei dipendenti più giovani: tramite il reverse mentoring, i collaboratori più giovani di un hotel o ristorante sentono di essere più di semplici concierge o cuochi di linea. Il mentoring consente loro di acquisire preziose doti di leadership e a responsabilizzarsi in modo nuovo, a vantaggio della sicurezza di sé e dell’autostima. 
  • Abbatte errate credenze e costruisce un clima di relazione: spesso le persone fanno supposizioni sulla base di stereotipi relativi alla generazione anagrafica. Per esempio, i Millennial potrebbero pensare che i colleghi più senior siano più lenti e incapaci di cambiare, mentre i dipendenti senior potrebbero pensare che i Millennial e gli appartenenti alla Gen Z manchino di serietà e siano troppo impulsivi. Il reverse mentoring promuove l’instaurarsi di relazioni costruttive tra persone di generazioni diverse, che a loro volta contribuiscono a creare un team più produttivo e un contesto lavorativo più positivo, favorendo ulteriormente la fidelizzazione dei dipendenti.    

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Come implementare il reverse mentoring in hotel

Un’iniziativa di reverse mentoring richiede un po’ di attenzione e impegno, ma una volta avviata è potenzialmente in grado di continuare in autonomia. Ecco cosa consigliamo ai marchi dell'ospitalità che vogliono sperimentare questa strada nel 2023.

  • Lascia scegliere ai dipendenti senior le competenze che desiderano acquisire: i dipendenti senior potrebbero rifiutare l'idea di imparare da quelli più giovani pensando di aver già "visto tutto" durante la loro esperienza di lavoro. Piuttosto che chiedere loro di cambiare il modo di pensare, invitali a individuare in autonomia le competenze specifiche in cui hanno maggiori difficoltà, spiegando che un mentore può aiutarli ad apprendere queste abilità concretamente.  
  • Abbina mentori e mentee con logica: abbinare due dipendenti con la stessa funzione può sembrare una buona idea, ma non tiene conto dei potenziali conflitti che possono emergere durante lo svolgersi delle mansioni lavorative. È più indicato, invece, abbinare i dipendenti in base a elementi su cui trovare una sintonia, come la condivisione di un interesse comune al di fuori del lavoro o la conoscenza della stessa lingua. 
  • Favorisci un apprendimento bidirezionale: i dipendenti senior sono più propensi ad accettare la guida di un mentore più giovane se sentono che anche loro hanno qualcosa di valore da offrire. Ad esempio, se il dipendente mentore sta mostrando al dipendente senior l’uso dell’applicazione per la gestione degli ospiti, quest’ultimo potrebbe offrire la sua esperienza su come gestire gli ospiti difficili. Promuovi un flusso di conoscenze in entrambe le direzioni, cosicché tutti possano trarne vantaggio. 
  • Consulta regolarmente entrambe le parti: all'inizio il reverse mentoring può presentare alcune difficoltà, sia dal punto di vista del mentee che si abitua a essere istruito da una persona più giovane, che dal punto di vista del mentore che si assume questo compito in aggiunta al proprio percorso di formazione e sviluppo. Il team delle risorse umane dovrebbe consultare regolarmente entrambi per verificare che la collaborazione sia reciproca e che il mentoring si stia svolgendo come previsto.

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I Millennials e la Gen Z lavoreranno a fianco dei dipendenti più senior per almeno i prossimi vent’anni. È nell'interesse di tutti creare un clima di collaborazione e il reverse mentoring è la strada per favorirlo. Se ben condotto, il reverse mentoring promuove un ambiente di lavoro equo, contribuisce a migliorare le competenze di ciascuno e accresce il rispetto reciproco: tutte buone ragioni per sperimentarlo!



Fonti: 

https://www.ons.gov.uk/employmentandlabourmarket/peopleinwork/employmentandemployeetypes/bulletins/jobsandvacanciesintheuk/february2022