Il settore alberghiero fa abbastanza per attrarre i giovani?
by Astra Alegre | luglio 13, 2022 | EVENTI |
L’attuale carenza di personale ha dimostrato che le aspirazioni e i desideri dei professionisti del settore alberghiero sono cambiati. Come capire se la propria azienda sta facendo abbastanza per investire sui giovani talenti in un mondo post-pandemia? Un recente dibattito tra esperti tenuto al Congresso Worldchefs di Abu Dhabi lo scorso 31 maggio 2022 ha offerto spunti interessanti per capire cosa motiva e cosa scoraggia i talenti che stanno cercando di entrare nel mondo dell’ospitalità. A moderare il dibattito c’era John Lohr, Direttore dell’innovazione e delle collaborazioni strategiche di Hosco, e il panel era composto da:
- Elvin Chew, Mentore di Worldchefs Young Chef e Direttore dell’Accademia At-Sunrice GlobalChef
- Rebecca van Bommel, Ambasciatrice di Worldchefs Young Chef e Sous-chef del ristorante The Townhouse Brewpub & Eatery
- Christophe Megel, Master chef, Cavaliere ed Executive director di Q Industries Group
- Marcus Hallgren, Docente di cucina e maître dello Swedish Culinary Team
In questo articolo, parliamo dei fattori presi in considerazione dai giovani cuochi quando scelgono un lavoro, di cosa vogliono raggiungere nel loro ruolo e delle opportunità che preferiscono. Prendi spunto dalle loro osservazioni per rendere più accattivanti le tue offerte di lavoro e le opportunità di carriera, per attrarre i talenti che stai cercando. Ti invitiamo a guardare la registrazione dell’evento (disponibile solo il inglese) o a leggerne il riepilogo in questo articolo!
Potresti descrivere in una parola cosa cercano i giovani cuochi che entrano nel settore turistico e alberghiero?
Christophe: I giovani di oggi hanno delle aspirazioni. Cercano un qualcosa che sia più grande di loro. Non si tratta più solo di conoscenze e competenze: queste cose sono scontate. La domanda è: perché? Qual è il valore di ciò che faccio ogni giorno? Se riesci a spiegarmelo, mi sentirò motivato.
Un’altra statistica dice che il coinvolgimento dei dipendenti è attualmente al 10 percento. Ciò significa che, per ogni 100 dipendenti, 90 vengono a lavorare solo per svolgere i loro compiti e solo dieci si sentono davvero motivati. Questi sono quelli che traggono una soddisfazione intrinseca. Presumo che questi dieci siano quelli dotati di talento. Sentiamo parlare molto spesso di gestione dei talenti e acquisizione dei talenti. Ma cosa si intende per talenti? Esiste una formula scientifica per identificare il talento?
Quando parliamo di talento e sostenibilità, si tratta semplicemente di linguaggio aziendale?
Elvin: Per i giovani cuochi, è importante sapere quale valore trarranno se rimangono a lavorare per la tua azienda, e a quali tipi di opportunità saranno esposti. Molto spesso, quando iniziano a lavorare in un hotel o in un ristorante, si sentono dire che dovranno cucinare. Non vengono mai menzionate altre opportunità. E si annoieranno molto presto di quello che fanno. Oggi, i giovani fanno delle ricerche preliminari. Conoscono la tua azienda fin troppo bene ancor prima di potere effettivamente imparare qualcosa. Vogliono opportunità in cui possono imparare e vedere di più, e fare esperienza.
Rebecca: Credo che i giovani cuochi stiano cercando il valore aggiunto in ogni singola opportunità e, se non riescono a vedere immediatamente il valore di ciò che fanno, non si sentiranno coinvolti. Non vedono alcun valore nelle attività quotidiane. Non vedono il quadro generale a lungo termine. Si sentono realizzati in quello che stanno facendo in questo momento? Vogliono vedere questa correlazione diretta.
Credete alla convinzione comune, presente da sempre nel nostro settore, che sia necessario lavorare per molte ore, nei weekend, e possibilmente anche sacrificare la propria vita familiare per raggiungere i propri obiettivi?
Rebecca: È quello che mi è stato detto il mio primo giorno di scuola di cucina. Questo modo di pensare era accettato perché è stato sempre così, ma non dovrebbe essere la regola generale.
Marcus: È necessario creare un proposito per i giovani. Se non crei un proposito, le persone non avranno ambizione e non si sentiranno motivate a lavorare per te. I nostri dipendenti sono guidati da un proposito.
Proposito è sinonimo di soldi?
Christophe: Il proposito non ha niente a che vedere con i soldi. Ogni essere umano ha delle necessità di base. Che ti piaccia o no, devi guadagnarti da vivere. La seconda necessità fondamentale è che sentiamo il bisogno di essere amati. Ma il nostro non è un settore che dà molto amore. Ci dedichiamo all’ospitalità ma il nostro settore è molto secco e spietato. Poi, le persone vogliono anche imparare, vogliono crescere. E vogliono lasciare il segno, e io credo che sia questo a far sentire realizzati gli esseri umani.
Se avete due offerte di lavoro: una consente di vivere, amare e imparare in un ambiente stimolante con uno stipendio standard, mentre l’offerta numero due è vecchia scuola ma ha uno stipendio tre volte più alto. Quale delle due accettereste?
Rebecca: Se questa fosse una delle mie prime offerte di lavoro e io non sapessi tutto ciò che so ora, avrei scelto quella con lo stipendio più alto, senza dubbio. Ma essendoci passata e avendo capito molte cose, oggi sceglierei l’ambiente più stimolante per una migliore qualità della vita.
Come insegnanti, in che modo, secondo voi, gli spunti che traete dalle nuove generazioni influenzano il modo in cui insegnate ai giovani?
Marcus: Dobbiamo essere più efficaci e più moderni, così da mettere nelle mani degli studenti le competenze di base. Dobbiamo ascoltare i giovani. Vedo troppi insegnanti che continuano a ripetere le stesse cose, anno dopo anno, decennio dopo decennio. Dobbiamo essere più professionali. E poi, anche a noi piacerebbe imparare di più. Io l’ho fatto. Ho lavorato con i miei studenti nella cucina della scuola e sono cresciuto come insegnante.
Facciamo un salto indietro nel tempo. Se non aveste lavorato in ambito turistico o culinario, quale altro settore avreste scelto e perché?
Rebecca: Se devo essere sincera, e so che può sembrare negativo, ma probabilmente una carriera molto più remunerativa. Lavoro in questo settore per passione, ma la passione non dà da mangiare. Soprattutto se pensiamo all’aumento dei costi e alla situazione attuale, è essenziale poter pagare i conti.
L’unicità del nostro settore sta nel fatto che può regalare una carriera a livello globale. L’opportunità di viaggiare sarebbe sufficiente a farvi accettare un lavoro non allettante in termini di retribuzione e di equilibrio vita-lavoro?
Elvin: Molti giovani cuochi oggi vogliono trasferirsi all’estero perché vogliono fare esperienze uniche che non trovano nel luogo in cui sono nati. Conoscono già molto ma, per capirlo davvero, devono viverlo in prima persona.
Rebecca: Per me ha decisamente funzionato. Ho fatto uno stage in Irlanda ed ero disposta ad accettare di non essere pagata, avevo deciso di farlo solo per l’esperienza. Per fortuna, ho trovato uno stage retribuito ma sì, viaggiare è un’esperienza talmente gratificante e preziosa che vale molto di più della paga ricevuta. Quindi, credo assolutamente che potrebbe attrarre i giovani cuochi.
Secondo voi, la possibilità di mobilità a livello globale, che una carriera da medico o avvocato non potrebbe mai dare, è un punto di forza unico per il nostro settore?
Marcus: Sì, credo di sì. Credo che quello che Worldchefs offre sia fantastico. Anche l’organizzazione AEHT in Europa credo sia davvero buona.
Christophe: Sì, credo che il mestiere delle arti culinarie sia uno dei pochissimi al mondo a offrire l’opportunità di viaggiare. Il settore turistico e alberghiero ha svolto questa funzione per me. Ho lavorato in quasi tutti i continenti ed è stata un’esperienza positiva. Quindi sì, credo che sia un punto di forza unico.
John: Nel complesso, dobbiamo capire che le persone che entrano in questo settore sono persone disposte ad accettare dei rischi. La componente di imprenditoria e assunzione dei rischi è alta, e quello che le scuole e il settore possono dire ai giovani è: ti piace questo campo per quello che sei. Io volevo scoprire il mondo, e ho scelto il settore turistico e alberghiero per questo motivo. È il filo conduttore di quello stile di vita. Ma deve essere anche una carriera economicamente sostenibile. Possiamo bilanciare ciò che il settore offre già, cioè opportunità a livello globale, e adottare nuove politiche per soddisfare le tendenze e le necessità dei giovani.
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Fonti (in inglese):
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