Assumi cittadini di Paesi terzi per colmare la mancanza di staff
by Deya Bhattacharya | maggio 26, 2023 | SELEZIONE DEL PERSONALE ,TREND RISORSE UMANE |
Il governo di Cipro ha recentemente rilasciato 800 visti di lavoro per l'estate 2023 per i cittadini filippini. Questa è l'ultima di una serie di mosse da parte dei marchi dell'hotellerie dell'UE e del Regno Unito per colmare l'attuale carenza di personale con "cittadini di Paesi terzi" provenienti da luoghi come India, Bangladesh e Filippine. In apparenza, si tratta di un modo conveniente per attingere a un esteso bacino di dipendenti a basso costo, desiderosi di trasferirsi in Europa. Ma è una soluzione praticabile a lungo termine? E potrebbe comportare un ulteriore onere per il settore alberghiero in termini di formazione e aggiornamento? In questo articolo illustriamo i pro e i contro di questa soluzione.
La crescente domanda di cittadini di Paesi terzi per i lavori nel settore dell'ospitalità
Il turismo è in crescita ovunque in Europa e, con l'estate alle porte, hotel e resort si stanno preparando per la stagione più intensa degli ultimi tre anni. Tuttavia, trovare un numero sufficiente di personale nel settore dell'ospitalità per soddisfare questa domanda continua a essere un problema. Molti marchi dell'hotellerie hanno perso dipendenti durante la pandemia, quando il crollo del turismo e l'insicurezza generale del mercato del lavoro hanno spinto molte persone a cercare nuove alternative. Di conseguenza, c'è ora un gran numero di posti di lavoro vacanti, cosa che compromette le operazioni quotidiane di un hotel e solleva preoccupazioni su come gestire l'imminente afflusso di turisti.
In questo contesto, l'assunzione di personale proveniente da India, Bangladesh, Filippine e altri Paesi asiatici è diventata pratica diffusa. Le numerose popolazioni di questi Paesi, composte da cittadini che spesso sono desiderosi di ottenere un visto di lavoro europeo, permettono di coprire i posti vacanti con breve preavviso. La domanda è particolarmente elevata per i lavori stagionali e temporanei, come la vendemmia, la raccolta della frutta, il servizio presso le stazioni sciistiche o negli alberghi durante i picchi turistici. Oltre a Cipro, paesi come la Croazia e la Spagna stanno aumentando le assunzioni di cittadini asiatici nel settore dell'ospitalità, e probabilmente altri paesi europei seguiranno la stessa strada.
Perché il settore è cauto nell'affidarsi a cittadini di Paesi terzi
Sebbene sempre più Paesi europei rilascino visti di lavoro per cittadini di Paesi terzi, in molti hanno espresso preoccupazione sulle ripercussioni a lungo termine di questa strategia. Alcuni dei problemi evidenziati sono:
- Difficoltà di formazione: spesso hotel e ristoranti hanno bisogno che i nuovi assunti siano immediatamente impiegabili. I lavoratori asiatici, invece, potrebbero non avere familiarità con il modo di operare delle attività ricettive dell'UE, il che implica per loro una curva di apprendimento più ripida. La situazione si accentua ulteriormente in presenza di barriere linguistiche, soprattutto nei Paesi dell'UE in cui l'inglese non è la lingua principale.
- Costi salariali imprevisti: sebbene molti hotel e ristoranti scelgano di assumere lavoratori asiatici a basso stipendio, i costi di formazione per renderli operativi potrebbero risultare superiori all’eventuale risparmio salariale. Il costo del rilascio dei permessi di soggiorno per lavoro è un'altra variabile, così come il costo-opportunità di mantenere il posto di lavoro vacante in attesa dell'approvazione dei visti (in molti casi, i cittadini di Paesi terzi necessitano di un visto oltre che dei permessi di lavoro).
- Meno opportunità di lavoro per i cittadini nazionali: coprire sempre più i posti di lavoro nel settore dell'ospitalità con cittadini di Paesi terzi implica, inevitabilmente, che ne rimangono meno per i cittadini dell'UE. La maggior parte degli impieghi assegnati ai lavoratori asiatici sono di livello base, il che significa che gli studenti che si diplomano presso le scuole di ospitalità in Europa hanno ora meno opportunità per iniziare a lavorare. Occorre fare presente che il Medio Oriente prevede quote di assunzione per i propri cittadini, mentre attualmente non è così per l'UE, con conseguenti problemi per i giovani europei specializzati nel settore dell’ospitalità.
- Rischio di sfruttamento: tra le principali preoccupazioni legate all'assunzione di cittadini di Paesi terzi, c'è il rischio che gli hotel e i ristoranti possano sottopagarli e sovraccaricarli di lavoro. Questo aspetto si impone particolarmente poiché molti lavoratori asiatici sono disposti ad accettare paghe più basse in cambio dell'opportunità di trasferirsi in Europa o nel Regno Unito.
- Stallo di crescita professionale: i lavoratori asiatici sono generalmente relegati in ruoli di livello base come addetti di pulizia, cuochi di linea o receptionist, dove gli orari sono lunghi e il lavoro spesso faticoso. Se a ciò si aggiunge una retribuzione inferiore alla media, si crea una situazione che potrebbe limitare le prospettive di crescita professionale di queste persone e portare a un aumento dello stress e della demotivazione sul lavoro.
- Contrasti culturali: i cittadini di Paesi terzi potrebbero non essere a conoscenza delle specificità culturali europee, il che potrebbe involontariamente creare problemi, nei confronti sia dei clienti che dei colleghi.
- Risentimento nei confronti dei cittadini di Paesi terzi: i cittadini nazionali impiegati nel settore alberghiero potrebbero iniziare a considerare i lavoratori asiatici come una minaccia alle loro possibilità occupazionali. E questo potrebbe alimentare sentimenti di risentimento nei confronti del personale alberghiero asiatico, nonché un sentimento anti-asiatico in generale.
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Come il settore dell'ospitalità può valorizzare al meglio i lavoratori provenienti da tutto il mondo
L'assunzione di cittadini di Paesi terzi è un ottimo modo per portare visioni e prospettive eterogenee nel settore alberghiero europeo. Hotel e ristoranti si trovano nella situazione di dover ridefinire le modalità in cui questi dipendenti sono integrati nel settore, senza compromettere le opportunità dei lavoratori nazionali.
- Evita di considerare i cittadini di Paesi terzi come "personale a basso costo": è facile considerare i Paesi asiatici come fonte di manodopera a basso costo, tuttavia questo approccio non è praticabile a lungo termine, né dal punto di vista finanziario né da quello etico. Per quanto possibile, hotel e ristoranti dovrebbero pagare i lavoratori asiatici con lo stesso stipendio previsto per un cittadino europeo nello stesso ruolo.
- Stabilisci in anticipo il piano di assunzioni: oggi, i lunghi tempi di rilascio dei visti ritardano l'ingresso dei cittadini di Paesi terzi, anche di coloro che hanno un lavoro confermato. Per evitare problemi, definisci le tue esigenze di personale con diversi mesi di anticipo e prevedi delle alternative. Ad esempio, se hai bisogno di più lavoratori asiatici per far fronte al boom turistico estivo, inizia subito la ricerca. Per le esigenze più immediate, invece, puoi affidarti a un'agenzia di lavoro interinale che ti metta in contatto con lavoratori locali o con cittadini di Paesi terzi già in possesso di visto.
- Prevedi quote di lavoratori locali: valuta la possibilità di entrare in contatto con le scuole di ospitalità della tua zona e di impegnarti ad assumere ogni anno un certo numero di studenti diplomati. Questa pratica è particolarmente indicata per i ruoli che richiedono una conoscenza nativa della lingua locale. Suggerimento: le relazioni di Hosco con rinomate scuole di ospitalità ti consentono di conoscere giovani con preparazione di alto livello.
- Offri ai cittadini di Paesi terzi le stesse opportunità di crescita dei locali: troppo spesso i lavoratori asiatici rimangono bloccati in posizioni meno retribuite e non riescono a crescere professionalmente. Interrompi questo circolo vizioso offrendo percorsi di formazione, aggiornamento professionale e di transizione verso ruoli più specializzati o senior, a dimostrazione di una cultura di vera inclusione.
- Promuovi la relazione tra dipendenti: è ciò che più aiuta i cittadini di paesi terzi ad ambientarsi meglio e a evitare contrasti con i dipendenti locali. Fai in modo che tutti i membri del personale si conoscano, si confrontino sulle rispettive identità culturali e passino del tempo insieme in attività diverse per creare uno spirito di collaborazione. Per esempio, puoi affiancare i lavoratori asiatici a dipendenti locali che, in veste di tutor durante i turni, siano di supporto per capire le sfumature culturali e superare le difficoltà linguistiche. Oppure, puoi assegnare ai dipendenti senior provenienti dagli stessi Paesi asiatici il ruolo di referenti per i nuovi assunti.
- Condividi i tuoi piani con i dipendenti: i dipendenti locali potrebbero nutrire preoccupazione per la propria posizione lavorativa in caso di assunzione di cittadini di Paesi terzi. Il modo migliore per rispondere a questi timori è di essere trasparente con il tuo team in merito ai tuoi piani di crescita, a come i cittadini di Paesi terzi si inseriscono in questi piani e al fatto che ciò non avrà ripercussioni sullo staff attuale. Questo li motiverà a continuare a dare il meglio di sé e ad accogliere nel migliore dei modi i nuovi colleghi asiatici.
In conclusione, i cittadini di Paesi terzi continueranno a essere un'importante fonte di personale per gli hotel dell'UE e del Regno Unito nel 2023. Gli hotel che investono nella loro formazione e in un percorso di adattamento adeguato creano uno staff fedele e qualificato di dipendenti - sia asiatici che locali - che contribuirà alla crescita durante la stagione turistica e oltre.
Sapevi che Hosco ha stretto una partnership con Lobster Ink per offrire corsi di aggiornamento su misura per nuovi assunti (o il personale già in servizio)? Con oltre 200 corsi online relativi all'ospitalità, la piattaforma consente ai cittadini di paesi terzi di acquisire rapidamente le nozioni di base, così gli hotel possono dedicarsi alla formazione sul campo.
Fonti:
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